Tales of Xillia Remastered, dopo oltre dieci anni c’è ancora un mondo da salvare
11 novembre 2025 alle ore 11:14, agg. alle 11:30
Dalla prima metà degli anni ’10 torna uno dei capitoli dello storico franchise Bandai Namco, levigato attentamente per le console di nuova generazione
Il mondo dei videogiochi è un ecosistema che si è sviluppato, nel corso dei decenni, in tante direzioni differenti. E questo tanto sotto il profilo dei contenuti di cui si fregia ogni singola produzione, quanto sotto l’aspetto artistico. Uno degli elementi che hanno fatto la fortuna di diversi franchise è proprio l’ispirazione alla base dell’intero lavoro che, se ben bilanciata, riesce a donare all’esperienza dei giocatori un’atmosfera unica in grado di persistere nei ricordi anche a distanza di tempo. E, perché no, a fare poi la fortuna del videogioco in questione, che può poi ambire a diventare il capostipite di una serie più o meno longeva.
Un ragionamento che ci sta tutto guardando a “Tales of Xillia Remastered”, il videogioco di Bandai Namco che – come evidenziato dal titolo stesso – rappresenta un ritorno sulla scena videoludica. La remaster fa infatti riferimento al tredicesimo capitolo della serie “Tales of”, uscito nel 2013, e porta nuovamente sugli scaffali (per la prima volta) il gioco originariamente approdato su PS3. Un doppio salto generazionale che consente in questo modo di approcciare a un videogioco che merita sicuramente un’opportunità a tutti coloro che, in quegli anni, erano ancora troppo piccoli per riuscire a godere delle dinamiche ludiche. E a dirlo sono i numeri, considerando le vendite multimilionarie dell’intera serie.
TALES OF XILLIA REMASTERED, TRENT’ANNI D’ESPERIENZA E ANCORA MOLTO DA DIRE
Prima di andare a scandagliare Tales of Xillia Remastered è giusto però fare un passo indietro, in favore di tutti coloro che sono alle prime esperienza con il medium videogioco e non hanno ben chiaro di cosa stiamo parlando. La serie Tales of arriva dal Giappone e vanta una presenza all’interno del settore videoludico ormai trentennale. Era infatti il 1995 quando il primo videogioco, “Tales of Phantasia”, arrivava su SNES in esclusiva per il mercato nipponico. Inutile dire che, per quanto tutti gli addetti ai lavori sperino sempre il meglio per la propria creazione, nessuno avrebbe sicuramente potuto immaginare una carriera tanto folgorante. E che, a distanza di tre decadi, permette al franchise di vantare decine e decine di titoli differenti approdati praticamente su tutte le principali console rilasciate nel tempo.
Il grande potere di Tales of è stato però quello di sfruttare le performance delle console di cui sopra senza perdere la propria personalissima identità. Ben vengano quindi hardware potenziati e in grado di supportare ambizioni tecniche importanti. Ma è altrettanto fondamentale non scontentare una community che, nel tempo, ha confermato il proprio supporto in virtù del rispetto per la formula ludica da parte degli sviluppatori. Parliamo di una serie di giochi di ruolo in cui prendersi cura del proprio alter ego digitale e farlo “crescere” mentre questi si muove all’interno delle trame architettate dagli sviluppatori, dove non mancano scontri serrati. Con il non plus ultra di un pacchetto artistico che strizza l’occhio alle produzioni anime nelle sequenze in cui saremo semplici spettatori.
TALES OF XILLIA REMASTERED, UN DOPPIO SALTO GENERAZIONALE CHE PORTA QUALITÀ
Fatte queste premesse, possiamo ora concentrarci su Tales of Xillia Remastered. Un videogioco che, grazie a Bandai Namco, torna sulla scena a distanza di quattordici anni dalla sua uscita originale, datata 2011. Della famosa acqua che scorre sotto i ponti ne è passata un bel po’, e quindi è più che giusto aspettarsi migliorie significative sotto l’aspetto tecnico. Un lavoro di fino quello degli sviluppatori, che potevano comunque contare su un’impalcatura originale che già ai suoi tempi riusciva a dare non poche soddisfazioni agli appassionati. Le recensioni dell’epoca, d’altronde, si attestavano su un corposo otto su dieci.
In Tales of Xillia Remastered ci si immerge nel mondo di Rieze Maxia, un posto dove umani, mostri e spiriti vivono armonicamente fianco a fianco e, anzi, si supportano vicendevolmente. Un idillio in pratica, almeno finchè tutto regge. E sappiamo benissimo che, in casi come questo, il tracollo è dietro l’angolo, altrimenti non staremmo di certo qui a parlarne. Un’avventura che potrà essere vissuta da punti di vista differenti, vale a dire quella di Milla Maxwell o quella di Jude Mathis. Personaggi con background molto diversi, considerando che la prima è una donna ammantata di mistero e che si accompagna a quattro spiriti potenti, mentre il secondo è uno studente di medicina che arriva dalla capitale. Le loro strade si intrecceranno con un immancabile e inevitabile plot twist (ampiamente anticipato in precedenza) che minaccia di scombussolare l’equilibrio del mondo intero. Serviranno quindi cuori impavidi (e perché proprio i loro? ndr) per far sì che tutto non vada in malora. Una missione che richiederà la giusta dose di eroismo per essere portata a termine.
ANCHE L’OCCHIO VUOLE LA SUA PARTE
Premesse che già da sole riescono a essere adeguatamente stuzzicanti, ma che possono contare anche su un pacchetto artistico importante in grado di rendere le esplorazioni un piacere per gli occhi. E questo sotto diversi punti di vista, dalla caratterizzazione estetica di personaggi e mondo di gioco alle coreografie accattivanti degli scontri, sempre scintillanti al punto giusto. Il doppio salto generazionale che ha portato Tales of Xillia Remastered su PS5, Xbox Series X/S, PC e Nintendo Switch ha sicuramente fatto bene al gioco. La dimostrazione arriva dal confronto con il titolo nel suo formato originale: un confronto che mostra ora texture più nitide e un aspetto grafico allineato con le produzioni anime contemporanee.
A queste vanno aggiunte una serie di migliorie in grado di rendere l’esperienza di gioco gradevole anche nelle piccole cose. A partire dal salvataggio automatico, a cui siamo ormai abituati nella nostra vita di gamer ma che non era previsto nel gioco originale. O ancora la possibilità di disattivare gli scontri con i nemici in qualsiasi momento in favore della progressione della storia, con meno interruzioni che a lungo andare possono risultare tediose. O ancora l’implementazione di un sistema di combattimento in tempo reale che permette di fare squadra con gli alleati per dar vita a combo devastanti. Tante piccole attenzioni che fanno capire l’impegno profuso da Bandai Namco e dagli addetti ai lavori e che offrono buoni motivi anche alle nuove generazioni per esordire nel mondo di Tales of. O per tornarci, per chi non fosse alla prima esperienza e volesse dare soddisfazione alla propria inguaribile nostalgia.