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Mainstream, 10 anni dopo: il disco che ha riscritto l'idea di normalità

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01 dicembre 2025 alle ore 10:42, agg. alle 10:53

Il punto di svolta per l'Indie Italiano. La fragilità e la quotidianità che diventava pop senza volerlo

MAINSTREAM, UN DECENNIO DOPO

Sono già passati dieci anni da quando Mainstream di Calcutta ha iniziato a circolare, quasi in punta di piedi, cambiando per sempre il modo in cui ascoltiamo — e viviamo — la musica indie italiana. Il 30 novembre 2015 Edoardo D’Erme era ancora un ragazzo di 26 anni che suonava nei circoli della provincia pontina, e l’indie era un territorio per pochi, lontano da classifiche, rotazioni radiofoniche e grandi palchi.

UN DISCO NATO DALLA NORMALITÀ

Mainstream è stato, paradossalmente, tutto fuorché “mainstream”. Nasceva dalla forza di un vissuto semplice: appartamenti condivisi, relazioni che inciampano, noia pomeridiana, periferia e provincia. Una vita comune raccontata con una voce che sembrava parlare un dialetto emotivo nuovo, eppure familiare. Ciò che colpì non fu solo la scrittura, ma la capacità di trasformare l’ordinario in universale. Quel modo di cantare la precarietà — economica, sentimentale, esistenziale — finì per rispecchiare la sensazione di un’intera generazione sospesa.

L'EFFETTO DOMINO SULLA SCENA INDIPENDENTE

Dopo Mainstream, qualcosa si è mosso. Lentamente, poi sempre più rapidamente, l’indie italiano ha smesso di essere un’alternativa marginale e ha trovato spazio in luoghi prima impensabili: stadi, palasport, grandi festival. Le etichette indipendenti si sono strutturate, gli artisti hanno iniziato a collaborare, contaminare, sperimentare. Quel confine tra pop e indipendente — considerato sacro e invalicabile — si è dissolto. E forse non è stata solo la musica a cambiare; siamo stati noi, il nostro modo di ascoltare e di riconoscerci nelle canzoni.

UNA MALINCONIA CHE DURE DIECI ANNI

Riascoltato oggi, Mainstream conserva la stessa forza di allora. È malinconico, ironico, semplice eppure sorprendentemente profondo. Un disco che non voleva essere generazionale e che, proprio per questo, lo è diventato.

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