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Call of Duty Black Ops 7, sguardi al futuro con ritorni dal passato

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Author image Dario Vanacore

28 novembre 2025 alle ore 15:55, agg. alle 16:07

Il nuovo capitolo della serie di Activision, Treyarch e Raven Software guarda in avanti riportando sugli schermi personaggi dai capitoli precedenti

Il mondo dei videogiochi conosce due tipologie di titoli. Da un lato ci sono le novità, quelle produzioni inedite che sfidano le leggi del mercato, provando a inserirsi a spalle larghe tra la moltitudine di nomi che già affollano gli scaffali. Dall’altro ci sono invece i grandi franchise storici, icone videoludiche senza tempo e che, in barba al tempo che passa, restano inossidabili nel loro ruolo di punto di riferimento. E il mondo dei videogiochi non può prescindere da nessuna di queste due tipologie di prodotti, ognuno fondamentale per garantire il giusto equilibrio a una community che ha dei gusti ben definiti. Tra chi cerca le primizie anche a costo di correre qualche rischio e chi invece non ha il coraggio di schiodarsi dalla propria comfort zone.

Il mondo degli sparatutto, nel periodo attuale, vive sostanzialmente di pochi esperimenti e tante garanzie. A distanza di un mese dall’uscita di Battlefield 6 è il momento di scomodare un altro caposaldo del genere. Parliamo di COD (per gli amici), che con Call of Duty Black Ops 7, il gioco di Treyarch e Raven Software e pubblicato da Activision, porta sugli scaffali il ventiduesimo capitolo di una serie attiva ormai da oltre vent’anni (il primo capitolo è datato 2003). Senza ovviamente contare gli spin-off, che fanno aumentare considerevolmente il conto finale.


CALL OF DUTY BLACK OPS 7, UNA STORIA DAL FUTURO CHE GUARDA AL PASSATO

Qual è il segreto dell’eterna giovinezza di COD? Una domanda che sicuramente si pongono in tanti, tra gli addetti ai lavori che ambiscono a gravitare per lungo tempo nell’orbita videoludica con i propri lavori. Sicuramente la formula è nascosta anche tra le linee di codice di Call of Duty Black Ops 7, il nuovo capitolo della storica serie sparatutto che mette in primo piano ancora una volta la saga curata da Treyarch che, partita nel 2010, si diverte a far viaggiare i videogiocatori nel tempo.

Questa volta si atterra nel 2035, complice un salto temporale che ci proietta “di soli” (si è fatto anche di molto peggio, ndr) dieci anni nel futuro. È questo il lasso di tempo intercorso dagli eventi di Call of Duty Black Ops 2 (del 2012), con la campagna single player che si concentra ancora una volta nel seguire a distanza ravvicinata le vicissitudini di David Mason, il comandante del JSOC, con la sua squadra di operativi che vanno a comporre “Specter One”. L’obbiettivo è di indagare sul terrorista Raul Menendez, dato per morto ma apparentemente tornato all’opera, che minaccia di mettere sottosopra il mondo in un lasso di tempo strettissimo. Tre giorni, tanto gli basterebbe per portare scompiglio e devastazione con la complicità del suo letale agente contaminante. Un elemento che aprirà, nel corso della storia, a interessanti risvolti ludici e narrativi.

Manco a dirlo, anche in Call of Duty Black Ops 7 il pacchetto di missioni da affrontare (undici, per la precisione, affrontabili anche in modalità cooperativa) sarà sostanzialmente itinerante, con i giocatori che saranno sballottati da una parte all’altra del globo. Una scelta che, al netto delle opportunità offerte in termini di trama, permette anche di spaziare sul fronte della caratterizzazione estetica delle ambientazioni.

IL MULTIPLAYER VUOLE LA SUA PARTE

Chiaramente quella per singolo giocatore, in Call of Duty Black Ops 7, è soltanto una minuscola parte dell’intrattenimento che il titolo ambisce a offrire. Non è un mistero che buona parte dei contenuti di cui la serie COD si fa fiera portatrice sono quelli legati al multiplayer online. E questo nuovo capitolo non fa di certo eccezione.

Giunti ai titoli di coda della campagna, strumento utile anche a prendere una discreta confidenza con i comandi di gioco, arriverà il momento di proiettarsi verso le arene multigiocatore in rete. E qui, ancora una volta, il discorso è sicuramente interessante.

Parliamo di una componente che offre un pacchetto di contenuti che brilla per quantità e qualità. Cominciando dalla modalità Endgame, a cui si può accedere una volta completate le missioni della campagna principale. Un luogo ben poco ospitale Avalon, la cui mappa fa da sfondo a missioni di diversa entità e difficoltà da affrontare per migliorare sempre di più, tra progressi ed equipaggiamenti. A patto di riuscire però a completarle, le missioni, qualcosa di mai scontato, considerando che il game over è dietro l’angolo. E anche qui si può fare affidamento su compagni di viaggio umani al proprio fianco, grazie alla modalità co-op.

Sugli scudi immancabilmente la modalità zombie, che torna in tutto il suo splendore. Un frangente in cui i giocatori – con la possibilità anche qui di cooperare tra loro – dovranno affrontare ondate di claudicanti morti viventi sempre più aggressivi e dal numero crescente. Un compito in cui saranno aiutati dalle migliorie sbloccabili in termini di armi da fuoco con cui rendere ai nemici la (non)vita complicata, nel tentativo di ampliare progressivamente il campo di battaglia accedendo ad aree precedentemente inaccessibili.

Si chiude poi in bellezza con la modalità multiplayer che, con la sua mole generosa di ambientazioni (le mappe confezionate ad arte per garantire il giusto grado di frenesia) e di soluzioni tattiche – garantite dalla personalizzazione dell’equipaggiamento – metterà alla prova spirito di sopravvivenza e soprattutto riflessi dei videogiocatori. Il tutto nell’imprescindibile gran mole di modalità di gioco differenti, dai Deatmatch e Deathmatch a squadre arrivando alla nuova Overload.

Una nuova stagione si apre per il franchise, con Call of Duty Black Ops 7 che è chiamato a rispondere presente all’appello che lo vuole protagonista della scena sparatutto e di quella eSports.

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